Ho sempre sfuggito, salvo alcuni caposaldi della poesia, la letteratura di lingua spagnola. Il lirico pessimismo è un lusso che un contadino piemontese non gradisce gustare.
“Undici racconti sul calcio” – Camilo Jose Cela – Firenze, Passigli Editore, 2000 – Titolo originale: Once cuentos de futbol – Madrid, Ed. Nacional, 1963.
Questo libretto di 90 paginette, del costo di 12 €, ha meritato una lettura attenta e meriterà sicuramente una rilettura. Il poeta spagnolo, galiziano, è stato, nel 1989, premio Nobel per la letteratura e ci regala qualche immagine poetica veramente immensa.
Quanto riporto sotto per un curioso caso del destino mi è comparso come prima pagina, quella di assaggio, quando ho preso in mano, ancora indeciso, il librettino di color verde, simil campo da calcio, in cui un giocatore da Subbuteo, forse Piola…, campeggia in varie posizioni.
Era impossibile non leggere dopo queste righe, e tutto d’un fiato, questa raccolta di racconti che è stata pubblicata nel 1963 e quindi prima di Azzurro Tenebra di Arpino e Ah,.. il Mundial ! di Soldati. Sicuramente quest’ultimo non ignorava l’opera di Camilo Jose Cela quando dalla Galizia ha raccontato il girone eliminatorio del mondiale spagnolo. Anche Benni rivisitando il linguaggio e capovolgendo lo stile credo abbia attinto a queste paginette, cosi come Pennac e chissà quanti altri. Sono pagine colte ma meritano uno sforzo che sarà ripagato.
“ Ciò che nei tori si chiama razza, nei calciatori è classe. Ci sono tori di razza, grande razza, e calciatori di classe, grande classe. Altri, invece, sono bestiame da dilettanti, carne da macello, capi in saldo e liquidazione di fine stagione. La razza, nei tori, non consiste nella ferocia o, almeno, non solo nella ferocia. Con la classe dei giocatori è la stessa cosa. Ci sono calciatori mansueti e di gran classe che suppliscono all’aggrssività con la sapienza (come madame Curie). Stanislao è completo. Stanislao, oltre alla classe, possiede coraggio personale e ci dà dentro con entusiasmo e senza stare a sottilizzare. Stanislao è ciò che si dice uno sportivo completo: duro, instancabile, di battaglia, tempestivo e che, per di più, ragiona (entro i logici limiti che si possono immaginare). “ (Pag 29. ed. It. citata)
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