SPETTACOLI & CULTURA

Alle 21.30 RaiTre puntata speciale di "RT-Rotocalco televisivo" che prender� il via domani
Il giornalista: "Non sono ricattabile. E guai se piacessi a tutti, anche a me qualcuno non piace"

Il ritorno in tv di Enzo Biagi
"Mi bloccava una nebbia politica"

di FABRIZIO RAVELLI


<B>Il ritorno in tv di Enzo Biagi<br>"Mi bloccava una nebbia politica"  </B>

Enzo Biagi nello studio di "RT"

MILANO - "Scusate, sono tanto contento di rivedervi. E confesso che sono anche commosso. Ma c'� stato qualche inconveniente tecnico che ci ha impedito di continuare il nostro lavoro. L'intervallo � durato cinque anni. Mi aveva avvolto la nebbia della politica". La commozione si vede negli occhi lucidi. Contagia tutto lo staff della trasmissione, la banda di sempre. L'ironia, anche quella si sente, e pure il gusto di una legittima rivalsa. Ma il tutto dura pochi secondi. Parlare di s� non � poi cos� importante, per il vecchio cronista. C'� la realt� che bussa, i fatti, le storie da raccontare.
Enzo Biagi � quello di sempre, e torna a fare il mestiere di sempre dopo cinque anni di esilio dalla Rai.

Cinque anni da quel 2002 quando chiuse l'ultima puntata del Fatto, il 31 maggio, con un "arrivederci, speriamo in autunno". E una citazione di Bergman: "Lo spettacolo � finito e i suonatori se ne vanno". Epurato dalla Rai, dopo pi� di quarant'anni, per obbedire all'"editto bulgaro" di Silvio Berlusconi. L'allora presidente del Consiglio non lo voleva pi� fra i piedi, lui Santoro e Luttazzi. L'ordine di licenziamento era stato prontamente eseguito, con l'aggravante di alcune ipocrite giustificazioni, dai famigli berlusconiani ai piani alti della dirigenza Rai.

Il vecchio cronista se ne sta nel salotto della sua casa milanese, circondato e coccolato da familiari e collaboratori che ormai sono di famiglia, in testa a tutti Loris Mazzetti, da sempre il suo braccio destro. La figlia Bice sorveglia che il babbo non si stanchi troppo, regola i tempi di riunioni e pennichella, ordina tortellini e bicchieri d'acqua: "L'abbiamo proprio tirato a lucido". Insomma, mica succede tutti i giorni che un signore di 86 anni si rimetta al lavoro. RT, rotocalco televisivo, hanno scelto lo stesso titolo del primo programma di giornalismo tv che lo stesso Biagi diresse nel 1962.

Questa sera alle 21.30 su Rai Tre, con una prima puntata monografica dedicata a "Resistenza e resistenze": interviste a Gherardo Colombo che ha appena lasciato la magistratura, allo scrittore Roberto Saviano, a Tina Anselmi e Vittorio Foa, con una partecipazione di Paolo Rossi e un vecchio incontro con Primo Levi. Da domani sera, tutti i luned� alle 23.15.

Tutto come sempre. Salvo che, stavolta, la Rai gliel'hanno portata a casa. "� stato un riguardo, una gentilezza", dice Biagi. Nella cameretta "delle bambine", quella che era delle figlie, hanno allestito lo studiolo tutto bianco, come quello del Fatto. Gli ospiti da intervistare anche loro vengono a domicilio, fanno prima due chiacchiere in salotto e prendono un caff�. � cambiata anche la rete, che � la Tre.

Racconta Mazzetti: "In questi anni � sempre esistito un rapporto di Biagi con Rai Tre. Non ci dimentichiamo che, quando altri decisero di buttar via il Fatto, Rai Tre e Tg3 erano disponibilissimi a metterlo in onda. Ma l'allora presidente Rai and� in commissione di vigilanza e disse che Rai Tre non si poteva permettere Biagi con il suo budget; lui rispose con una lettera ufficiale: "Faccio questo lavoro alla paga di un redattore ordinario, che devolver� alla Casa di riposo degli anziani di Lizzano in Belvedere, il mio paese". A quel punto si inventarono, e fu Sacc�, che quello spazio non era disponibile".

Insomma, quando gli hanno proposto di tornare in Rai, Biagi ha spiegato che con la Rete 1 di Del Noce non voleva avere pi� niente a che fare: "Ho voluto Rai Tre perch� � la rete che pi� mi assomiglia. In una rete ti devi sentire a casa. Anche per avere delle attenuanti, quelle volte che sbagli". Le amicizie con il direttore Paolo Ruffini e con quello del Tg3 Antonio Di Bella sono state importanti ed anche il fatto che, dopo l'epurazione, solo da quella rete sono venuti segnali di affetto. Oltre che, ma questa � storia recente, dal Tg1 di Gianni Riotta.

Sar� un rotocalco senza politici, "a meno che la cronaca non renda indispensabile dare la parola". Molti racconti di cronaca, molta gente: "Io credo che il compito della televisione � parlare alla gente e parlare della gente. Non esiste per noi problema di rapporti. Il politico o il farmacista o il collega: trattiamo tutti con lo stesso rispetto". Biagi ostenta assoluta tranquillit�, e nessun rancore o evidente senso di rivalsa. Che ci sono, ovvio, solo che li controlla bene: "S�, siamo in uno stato d'animo di assoluta serenit�, non siamo ricattabili da nessuna parte, facciamo il nostro lavoro che pu� piacere o non piacere. Guai se piacessimo poi a tutti, ci sono di quelli che non ci piacciono e la nostra preoccupazione � di farglielo sapere".

Di Berlusconi che lo fece cacciare si sa, ovviamente, che rientra fra "quelli che non piacciono". Ma non ama parlarne: "Fuori dagli equivoci, chi vede questo programma sa gi� che c'� dietro un atteggiamento che non � solo mio, � di una redazione". Preferisce fare programmi sul futuro. Niente politici, salvo una progettata intervista a Giorgio Napolitano, "che non � un politico, � il presidente di tutti". Oppure l'altra intervista, inedita, a Gorbaciov: "L'abbiamo fatta nell'estate del 2002. Eravamo gi� stati cancellati, ma onoravamo un contratto che finiva il 31 dicembre. Un'intervista lunga, sulla nascita e la morte della perestrojka". Insomma, avanti col lavoro. Enzo Biagi � tornato, e il suo unico proclama � questo: "Abbiamo contro solo l'anagrafe".

(22 aprile 2007)
  • LINK CORRELATI