Dopo il microchip, è pronta un’altra svolta nel mondo del calcio italiano per evitare altri casi come quello di Piermario Morosini. E’ in arrivo il match doctor, ovvero un medico che insieme a due infermieri professionali ed otto soccorritori potrà intervenire in caso di emergenza durante le partite di calcio professionistico nel nostro Paese, dalla Serie A alla Lega Pro, per prestare soccorso ai giocatori.

Una doverosa rivoluzione dopo la morte dell’ex calciatore del Livorno lo scorso 15 aprile. E ora, forse, le promesse della Federazione Italiana Gioco Calcio stanno per diventare realtà. Dopo aver incontrato nelle scorse settimane i ricercatori dell’università portoghese Spgh insieme ai responsabili medici delle leghe di A, B e Lega Pro, per sposare il progetto sul microchip salva vita denominato Heart Genetics, la Figc ha dato il suo benestare per un nuovo protocollo d’intervento che prevede l’inserimento di una nuova figura medica che resterà a bordo campo per gestire eventuali emergenze e prestare i primi soccorsi.

C’era l’esigenza di mettere un po’ d’ordine al modo in cui vengono portati a termine i soccorsi medici in mezzo al campo. Proprio per questo motivo Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medici Sportivi, ha studiato e pubblicato Mogess, il nuovo metodo organizzativo per la gestione delle emergenze sanitarie che verrà presentato in occasione del XXXII Congresso Mondiale di Medicina dello Sport in agenda a Roma da giovedì 27 a domenica 30 settembre.

D’altronde non più tardi di dieci giorni fa la Procura della Repubblica di Pescara ha iscritto nel registro degli indagati, per omicidio colposo, i tre medici che intervennero a prestare le prime cure allo sfortunato Morosini. La novità è semplice: il match doctor dovrà segnalare al quarto uomo qualsiasi anomalia e far interrompere la partita dal direttore di gara per poter intervenire. Come ci si dovrà comportare in quell’occasione? Il protocollo Mogess è chiarissimo: dopo la sospensione della gara l’arbitro, insieme ai capitani delle squadre, dovrà operarsi per tenere a 20 metri di distanza tutti gli altri giocatori ond’evitare il caos attorno al malcapitato come in Pescara-Livorno ed ostacolare, senza volerlo, le cure. Nel frattempo gli allenatori avranno il compito di tenere l’ordine in panchina.

Il match doctor, un medico sportivo necessariamente esterno alle società, costerà all’incirca 300 euro a partita e potrebbe essere pronto per gennaio: “Abbiamo sottoposto alle leghe professionistiche un nuovo modello della gestione delle emergenze, chiamato Mogess, che prevede questa figura – ha spiegato Casasco -. Stiamo già iniziando la formazione per le squadre e in teoria potremmo già essere pronti a gennaio, anche se mi accontenterei di riuscire a partire con il prossimo campionato. Devo dire che abbiamo trovato subito al collaborazione di tutte le leghe, da quella di serie A alla Lega Pro”.

La nuova figura organizzerà tutti gli aspetti sanitari della partita: dalle dotazioni alle vie di fuga dello stadio, collaborando sia con le società che con gli arbitri. “Grazie alle nostre leggi sulla prevenzione, che sono già le migliori al mondo – ha proseguito il presidente della Federazione Medici Sportivi – in Italia abbiamo una morte improvvisa cardiaca per ogni milione e mezzo di praticanti, mentre negli altri paesi sono una ogni trecentomila”. Ma le attenzioni del match doctor saranno rivolte anche ad altri tipi di traumi altrettanto rischiosi: “Le prossime grandi emergenze sono i traumi, soprattutto la concussione cerebrale, e tutta una serie di altre patologie a cui il match doctor contribuirà a far fronte”.

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