Milano, 26 marzo 2015 - 23:34

Il Papa accoglie i clochard
nella Cappella Sistina

«Le porte qui sono sempre aperte per tutti» ha detto Francesco. «Per favore, pregate per me. Ho bisogno della preghiera di persone come voi»

di Gian Guido Vecchi

La Cappella Sistina (Ansa) 
La Cappella Sistina (Ansa)
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“Benvenuti. Questa è la casa di tutti, è casa vostra”. Sono passate da poco le cinque del pomeriggio quando Francesco, a sorpresa, si affaccia sulla soglia della Sistina ad accogliere i suoi ospiti. Dalla parete in fondo il Cristo di Michelangelo leva il braccio a separare i salvati dai dannati ed è la prima volta che lo vedono. Beati gli ultimi. I centocinquanta clochard che vivono intorno a San Pietro hanno lo sguardo che brilla di stupore, alzano gli occhi e vedono la Creazione di Adamo, si voltano dall’altra parte ed ecco il Pontefice che sorride, “le porte qui sono sempre aperte per tutti”, e si avvicina per salutarli uno ad uno. “Per favore, pregate per me. Ho bisogno della preghiera di persone come voi”.

Più tardi, accanto al Colonnato, Massimiliano si è già sistemato per la notte in un cantuccio al riparo dalla pioggia, e sorride: “In realtà la facciamo ogni giorno, la preghiera per lui. Anche se siamo qui, per la strada, noi viviamo sempre con il Santo Padre. Lui non ha paura dei poveri”. Mauro, accanto a lui, ancora fa fatica a crederci: “Stavamo lì a guardare il Giudizio Universale, ascoltavo la spiegazione con gli auricolari, e a un certo punto la guida si blocca. Silenzio. Mi giro e vedo il Papa! Eravamo tutti li, a bocca aperta, senza sapere che dire. E Francesco si avvicinava, ci metteva la mano sulla testa e ci benediceva: vi amo, ripeteva. È rimasto con noi una ventina di minuti. Chiedeva a tutti di pregare per lui. Poi, tutti insieme, abbiamo detto il Padre Nostro”.

Sono entrati con l’invito che “padre Corrado”, ovvero l’arcivescovo Konrad Krajewski, Elemosiniere del Papa, ha distribuito la sera prima girando per le strade intorno al Colonnato. Lo fa spesso, seguendo di persona la distribuzione di viveri, coperte, aiuti. Stavolta aveva un cartoncino bianco con scritto “Musei Vaticani, Cappella Sistina, giovedì 26 marzo 2015, ritrovo ore 15,15”. Per una volta l’invito più esclusivo, ai normali visitatori paganti l’ingresso si è chiuso anzitempo. Un’idea di “padre Corrado”: perché non si vive di solo pane, per “ridare dignità”. Anche i senzatetto, soprattutto loro, devono poter godere della bellezza custodita per tutta l’umanità dai Musei Vaticani. “Una piccola carezza”, ha detto Francesco prima di benedirli: “Il Signore vi custodisca, vi aiuti nel cammino della vita e vi faccia sentire il suo amore tenero di Padre”.

Il Papa ha voluto che l’incontro fosse privato, niente video né foto ufficiali. Il clochard sono entrati dalla porta accanto all’ex Sant’Uffizio, passando di fronte a Santa Marta e dietro l’abside di San Pietro, fino ad attraversare i Giardini vaticani e raggiungere i Musei. Dopo la Sistina e l’incontro con il Papa, è stata offerta loro una cena nel posto di ristoro dei Musei. Mauro ha fatto con un vecchio cellulare la foto del piatto colmo di mozzarella, prosciutto, pizza, porchetta, supplì. Mangiavano e parlavano con “padre Corrado” di quello che era successo. “La sala delle Carrozze, c’era pure la papamobile dell’attentato a Wojtyla!, i corridoi, gli affreschi di Raffaello, la Sistina.... È tutto così bello che non puoi raccontarlo, non ho le parole. E alla fine, il Papa! Cinquant’anni che sono al mondo e mai avrei pensato di stare vicino al Papa, si figuri di stringergli la mano...”.

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