Sono almeno 40 le protesi all’anca della «DePuy» (gruppo «Johnson & Johnson») acquistate a Torino fino al 2010. Protesi «velenose», secondo gli accertamenti coordinati dal pm Raffaele Guariniello, affidati ai carabinieri del Nas e a un pool di periti (l’ex direttore della clinica ortopedica del Cto, Paolo Gallinaro e due docenti del Politecnico, Marco Knaflitz e Alberto Audenino). Un numero minimo, rispetto alle mille e 200 arrivate negli ospedali di tutto il Piemonte. La Procura ha concluso le indagini, accusando due manager di vendita di prodotti dannosi per la salute: sono Giovanni Giorgi e Massimiliano Colella, che si sono succeduti nell’incarico di amministratore delegato della «DePuy Italia».

Ma c’è ancora un piccolo giallo sui dati. Un anno e mezzo fa, il ministero aveva chiesto alla Regione di calcolare quante protesi di quel tipo fossero state acquistate e impiantate negli ospedali della regione. Il consigliere Mauro Laus aveva fatto un’interrogazione su questo argomento. La risposta della Regione: risultava che gli ospedali di Torino e Provincia avessero acquistato 160 protesi, almeno 40 nel capoluogo. Di queste, dieci risultavano impiantate su malati che erano già stati contattati dagli ospedali per il reimpianto. Il dato, però, sarebbe in contrasto (per difetto) con quello indicato dagli stessi ospedali nei questionari ricevuti dai carabinieri del Nas. Alcune Asl e strutture convenzionate, poi, avevano nemmeno risposto.

Tra gli ospedali torinesi ad aver acquistato le protesi risultano il Gradenigo, il San Giovanni Bosco, il Martini e il Mauriziano. Nessuna era stata acquistata o impiantata al Cto, dove gli specialisti avevano preferito orientarsi su altri prodotti. Un altro giallo riguarda i risarcimenti. «Il programma di rimborso è ben consolidato, con migliaia di pagamenti effettuati in tutto il mondo per affrontare le spese per i test, i trattamenti, e le spese normali e ragionevoli sostenute dai pazienti» scrive «DePuy». Impossibile sapere quanti siano i risarcimenti e per quali importi.E pure non è dato sapere se l’azienda del gruppo «Johnson & Johnson» abbia risarcito anche gli ospedali. Ogni impianto costa 25-30 mila euro, il reimpianto arriva a costarne anche 35-40 mila. Chi ha pagato per quegli interventi?

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