A Torino e provincia vivono 8 mila persone provenienti dall’Africa Occidentale. Nigeria, Senegal, Costa d’Avorio, Ghana... Gruppo eterogeneo costituito da tanti giovani (la maggioranza uomini), ma che quando si parla di divertimento notturno sembrano sparire.

Nei quartieri della movida, da San Salvario al Quadrilatero, i nati alle latitudini di Dakar, Lagos o Abidjan sono grandi sconosciuti. Presenze effimere nelle discoteche e nei cocktail bar più frequentati. Così, non resta che il dubbio: forse, questi nuovi torinesi non amano divertirsi? Ovviamente, non è così. E per provarlo abbiamo deciso di trascorrere una serata a base di danze, birre e cibo etnico nei nuovi locali nati intorno a piazza Baldissera: l’epicentro della movida dalla pelle scura.

Barriera di Milano, corso Vigevano 52. Un neon illumina l’insegna del Bar Dora. «È il nome della stazione così siamo più facili da raggiungere per chi è forestiero», dice John, nigeriano. È il proprietario di quella che da fuori assomiglia a una bettola del passato industriale del quartiere, ma che in realtà è un pub di due piani con pista da ballo. Cento bottiglie di Moretti 33 cl stappate in una serata, lavora dalle 15 all’alba, in media un’ottantina di clienti. Tutti africani. Tra cui, Davide Godwin, 22 anni, nigeriano, studente. «Frequento anche i locali italiani, ma spesso mi capita di sentirmi escluso. Così, preferisco venire qui dove si beve e si mangiano le nostre specialità».

Prezzi economici

Merito anche dei prezzi: economici. Una Guinness in bottiglia costa 3 euro, quanto si spende nei locali «italiani» per un sorso di amaro. Si può ordinare anche lo champagne (25 euro), ma è servito in boule con poco ghiaccio e si beve in bicchieri di plastica. Nel dj-set bandite le hit estive, si balla musica disco africana che qualche volta lascia il posto a un cantante che ha attirato le critiche dei vicini per i volumi troppo alti.

Al tavolo Kouadio «Jean» Ettile, 24 anni, operaio disoccupato, celebra con gli amici la festa d’indipendenza della «sua» Costa d’Avorio. Sul tavolo, un piatto di Attieke poisson braisé, pesce con cipolla e cus-cus di manioca. E una bacinella per lavarsi la mani. «In questi locali vengono tutti gli africani prima della discoteca – racconta -. Senza differenze». L’orologio segna le due, ma nessuno si muove. La movida africana ha un altro fuso orario. Ed è concentrata in pochi isolati. In via Dronero c’è un club karaoke, in corso Vigevano una discoteca, in corso Vercelli il bar ivoriano, un ristorantino in via Feletto. In corso Palermo 91, due vetrine oscurate prive di insegna, c’è il bar di Matilda Jonshon, classe ’84, in Italia dal 2003. Alle 2,30 ha una decina di clienti. Il bancone si affaccia su una sala semplice, ma pulita. Bastano 5-10 euro per gustare Jallof rise (riso rosso) o Suya (vitello impanato) sorseggiando vino rosso (Grignolino o Nebiolo) che alleggerisce il retrogusto di segregazione. «Faccio di tutto per non disturbare i vicini», dice la signora. Ma non è facile sfuggire alle angosce di chi in Barriera vede pusher a ogni angolo. «Ieri è entrato un ubriaco – aggiunge -. Voleva la coca. Gli ho detto che avevo solo la bibita. Non voleva crederci».

La sicurezza

Superate le 3 raggiungiamo via Cambiano dove c’è il Bolingo, «The best african club». È in un vecchio capannone. Sulla porta, i buttafuori col metal detector controllano che nessuno sia armato. La pista è nel piano interrato. Si entra gratis, ma con la tessera. La sicurezza prima di tutto. Anche qui, le diffidenze svaniscono appena varcata la porta. La discoteca è semplice, ma elegante. Chi cerca rogne sta fuori, due settimane fa c’è stata una rissa violenta qui vicino, ma – giurano – «non erano nostri clienti». Il pienone è atteso per le 4,30. Le ragazze vestite a festa ballano da sole. Gli specchi sulle pareti amplificano gli spazi. «Non siamo un “locale africano”. Qui si divertono anche tanti italiani», dice il proprietario, Brave Efekodo. Al bancone ci sono due cinquantenni. Chissà se sanno cosa vuol dire Bolingo. Amore e rispetto. Altro che discoteca malfamata, qui si balla come nei migliori locali di Lagos.

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