Milano, 29 marzo 2017 - 18:44

Al parco Aulì Ulè è arrivata
la «Rosa dei venti» di Missoni

Luca, il figlio dello stilista scomparso: «È una sorta di bussola, vuole simboleggiare la fantasia infantile che viaggia a 360 gradi e senza porsi limiti». Va ad arricchire il Giardino dei giochi dimenticati. «Presto le guardie a cavallo»

Rosita Missoni con Maurizio Nichetti davanti alla «Rosa dei venti» (foto LaPresse - Stefano Porta) Rosita Missoni con Maurizio Nichetti davanti alla «Rosa dei venti» (foto LaPresse - Stefano Porta)
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Si arricchisce di un arazzo coloratissimo creato nel 1986 da Ottavio Missoni il Giardino dei Giochi dimenticati «Aulì Ulè», all’Idroscalo. Mercoledì mattina alla festa d’inaugurazione c’erano anche l’ex sindaco della città metropolitana Giuliano Pisapia, che tanto l’ha promosso, e l’ideatore Fulvio Scaparro, psicopedagogista, oltre all’avvocato Gianni Calloni dell’associazione Amici di Brera. «Rosa dei venti» si chiama l’opera: «È una sorta di bussola, vuole simboleggiare la fantasia infantile che viaggia a 360 gradi e senza porsi limiti», spiega il figlio dello stilista scomparso due anni fa, Luca Missoni, che ha realizzato l’installazione con Daniele Paggiaro.

Il giardino, 20 mila metri quadrati all’Idroscalo messi a disposizione dalla città metropolitana, è un esempio virtuoso di sinergia tra pubblico e privati: hanno contribuito tra gli altri lo studio legale Gianfranco Negri Clementi, i Cavalieri della Tavola rotonda del Boeucc, gli Amici di Ottavio e - in modo determinante - i Fratelli Ingegnoli. Ricorda Scaparro: «Quando parlai a Ottavio Missoni del mio progetto Giardino dei giochi dimenticati ho subito incontrato il suo entusiasmo. E non poteva essere diverso perché aveva la stessa creatività libera e avventurosa dei bambini».

Altro che videogiochi. La vita, soprattutto da piccoli, è fatta (deve essere fatta) di umanità. Di corse e di biglie, di palle prigioniere e di scambi di figurine. «Il parco è sicuro e accogliente, presto anche con guardie a cavallo e quattro volontari del Touring che a turno condurranno gli avventori attraverso il Museo dell’arte all’aperto, con sculture donate dagli studenti dell’Accademia di Brera», racconta Calloni, 92 anni. Il giardino, inaugurato due anni fa, è pieno di vita: anche le scolaresche ci vengono in gita. In quell’angolo trascurato della città, che ha ripreso colore.

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