Spettacoli

MUSICA

Da De André ai Rokes: quando lo Stato spiava il mondo del rock

Una curiosa ricostruzione nel libro "Note segrete, eroi, spie e banditi della musica italiana" di Michele Bovi

2 minuti di lettura
MILANO - Su John Lennon sorvegliato dalla Cia e Elvis Presley che voleva infiltrarsi nel rock per conto di Nixon hanno anche fatto film (Usa contro John Lennon e Elvis & Nixon). Meno noto è quanto anche la musica italiana sia stata spiata. Col paradosso: sott'occhio c'era sì Fabrizio De André, dalle simpatie anarchiche, ma soprattutto i ben più innocui Rokes, Lucio Battisti e Roby Matano. Esce uno Stato inquieto, preoccupato per l'esplodere del rock, con la sua forza giovane e contestatrice, potenzialmente eversiva, da Note segrete, eroi, spie e banditi della musica italiana, libro scritto per Graphofeel da Michele Bovi, incursore negli archivi della canzone (e inventore di TecheTecheTè).

Certo, su alcuni episodi fu giusto indagare. Come sulla mitraglietta Skorpion che Jimmy Fontana aveva comprato e rivenduto: in seguito quell'arma uccise due giovani di destra, l'economista Ezio Tarantelli, l'ex sindaco di Firenze Lando Conti e il senatore Dc Roberto Ruffilli. Il cantante di Il mondo ne uscì innocente, ma dopo molti interrogatori.

Però prevalgono gli episodi grotteschi. Come la nota del 1964 dell'Ufficio Affari Riservati del ministero dell'Interno: il Pci ordinò alle sezioni di Toscana ed Emilia-Romagna di fare incetta di cartoline per votare alla trasmissione Napoli contro tutti, così che il tenore sovietico Anatolio Solovianenko con la sua Serate a Mosca umiliasse l'americano Neil Sedaka (Ritmo di Broadway). E che dire dei Rokes? Il quartetto inglese da noi spopolava così tanto che chiese la cittadinanza italiana. Mentre la pratica andava avanti, fu intercettato al telefono. E fu invitato dal fan Roby Cunningham a girare un videoclip nel palazzo della Fao. Seguì un pranzo con Cunningham e il padre, editore del Rome Daily American, giornale di destra, in cui si parlò di tutto: musica, moda, tendenze, inquietudini giovanili, stupefacenti. Il video non uscì mai: era stata una messinscena per ottenere chissà quali informazioni.

Già a inizio anni Sessanta le forze dell'ordine si occupavano dei musicisti. I Campioni, band di Roby Matano, avevano un tizio che li seguiva ovunque. "Anni dopo lo reincontrai - racconta Matano - e gli chiesi perché lo vedessimo sempre. Mi rivelò che faceva parte di un corpo di polizia con l'incarico di seguire i gruppi musicali".

E Guidone, tra i primi rocker italiani, aggiunge: "Avevamo la percezione della presenza di una struttura d'intelligence dedicata agli ambienti musicali, nata con l'arrivo a Roma della Rca, che noi chiamavamo R-Cia". Gli informatori erano ovunque: i carabinieri ne avevano uno alla pensione di Milano dove alloggiava Lucio Battisti. Mentre anche alla portinaia e al postino di Brunetta, una delle prime urlatrici, furono chieste informazioni sulla cantante che per farsi pubblicità aveva fondato scherzosamente il "Partito estremista dell'urlo".

Qualcuno era anche di aiuto agli artisti, racconta Bovi. Come Gian Paolo Proietti, detto Micio, discografico e uomo dei servizi segreti, che riuscì a far entrare in Svizzera i Giganti, bloccati in frontiera perché avevano una scimmia che usavano nei concerti: "Non lavorano solo pistoleri da noi, per la sicurezza nazionale può venire utile anche un esperto di musica", spiegò. Mentre Jerry Puyell, urlatore fine anni Cinquanta, era sempre seguito dal padre, militare, che così sorvegliava Ghigo, Celentano, Jannacci, Gino Santercole. E garantì per loro, una volta verificato che non fossero pericolosi.

C'è infine il capitolo sulla criminalità organizzata, perché la musica piace anche ai cattivi. Un po' per business. Cosa Nostra gestiva, in parallelo a quelli ufficiali, i diritti americani delle canzoni napoletane, a cominciare da 'O sole mio. E chiese a Pupo di portare droga in Canada nella custodia della chitarra. Il cantante ebbe uno sfogo isterico tale che i mafiosi capirono di non potersi fidare.

E che dire di Joe Adonis, almeno 101 omicidi compiuti? Quando venne in Italia per scappare alle faide divenne amico di Tony Renis, Dori Ghezzi, Johnny Dorelli, Bruno Martino. Amava Mina, tanto da convincere Frank Sinatra a lanciarla negli Usa e prendere il posto della Streisand. Ma la Tigre fiutò l'aria e si dette malata.