La sua costante presenza nella vita pubblica italiana è stata probabilmente il motivo della sua grande popolarità, nei momenti cruciali della storia italiana di quei sette anni, nelle situazioni piacevoli come nei momenti difficili. Da molti è considerato uno dei presidenti più amati dagli italiani, per l'amore verso la Patria, per il suo carisma, per la sua vena ironica, per il suo modo di fare schietto e incurante dell'etichetta, per l'amore verso i bambini (a cui prestava molta attenzione durante le visite giornaliere delle scolaresche al Quirinale) e per aver inaugurato un nuovo modo di rapportarsi con i cittadini, con uno stile franco, diretto e amichevole («amici carissimi» o «non fate solo domande pertinenti, ma anche impertinenti: io mi chiamo Pertini... »). Ancora: la schiettezza e la pragmaticità di Pertini si riflesse costantemente nella sua azione politica ed istituzionale, facendolo apparire come un presidente che puntava alla concretezza, rifiutando compromessi e imponendosi con il suo rigore morale. [28]
Pertini fu tra i presidenti che scelsero di non abitare nel Palazzo del Quirinale, mantenendo la propria residenza nel suo appartamento romano, secondo lo stesso Pertini per espresso desiderio della moglie. Visse infatti per molti anni su un attico che s'affaccia sulla fontana di Trevi. Le mamme che la mattina accompagnavano i bambini nella vicina scuola di via del Lavatore lo incontravano spesso, quando la macchina andava a prenderlo per andare "in ufficio" al Quirinale senza grandi apparati di sicurezza; per chi lo riconosceva e lo salutava, soprattutto i bambini, il Presidente aveva sempre un sorriso e un gesto di saluto.
In aereo gioca a scopone con i Campioni del Mondo
Era inoltre solito trascorrere le sue vacanze estive a Selva di Val Gardena, alloggiando nella locale caserma dei carabinieri, per non disturbare la cittadinanza con ulteriori misure di sicurezza durante la sua permanenza. Nella vicina Val di Fassa, nel comune di Campitello è stato costruito nel 1986 il "Rifugio Sandro Pertini", nel nome dell'amicizia che legava il Presidente e il gestore del rifugio.
Nel 1982 fece rientrare dalla Spagna la Nazionale di calcio italiana, appena laureatasi campione del Mondo, con l'aereo presidenziale, a bordo del quale si intrattenne in una partita di scopone scientifico in coppia con Dino Zoff e contro Causio-Bearzot.
Ebbe anche diversi contatti con il mondo dello spettacolo: secondo il mensile italiano Ciak, nel 1938 Pertini recitò nel film Fuochi d'artificio, diretto dal regista Gennaro Righelli.
Nel cabaret, o almeno in quello televisivo della metà degli anni '80, vi sono stati almeno due noti imitatori di Sandro Pertini: Alfredo Papa e Massimo Lopez. Il primo doppiava il pupazzo Sandrino che interloquiva con Lino Toffolo nel varietà di Canale 5 Risatissima. Il secondo imitava Pertini in prima persona, particolarmente negli sketch del Trio (Lopez, Marchesini, Solenghi) per l'edizione 1985-86 di Domenica In.
Pertini è stato inoltre protagonista di una striscia a fumetti (Pertini, o Pertini Partigiano) disegnata da Andrea Pazienza e pubblicata su varie testate storiche della satira italiana, tra cui Cuore, Frigidaire, Cannibale e Il Male. Le strisce e il materiale prodotto sono in seguito state pubblicate in volume da Primo Carnera Editore nel 1983 e da Baldini & Castoldi nel 1998. La striscia immergeva il Presidente negli anni della Resistenza italiana al nazismo, dipingendolo come coraggioso e pragmatico guerrigliero, affiancato e intralciato dall'inetto aiutante Paz (l'autore stesso).