Lui ha quindici anni, cognome Saldutto, alunno alle medie, scuola Pacinotti, venuto di Puglia, "terrone" immigrato: Torino lo boccia e lui s'è impiccato
Per essere chiari diciamo: è un delitto, un altro delitto della repressione, che usa la legge, il fucile, la scuola per farci più servi del nostro padrone
Si sa che il padrone le sue maestranze le vuole istruite e ben educate; con la sua cultura, la sua disciplina lui plasma i servi di ogni officina
La tua cultura e del tuo paese, sia chiaro, "terrone", va buttata via; la scuola ti dà un'altra cultura, quella dei padroni, della borghesia
E tu puoi scordare l'azzurro del cielo di Puglia e il dialetto della tua terra: tuo cielo è la FIAT, tua terra è Torino, la scuola, Saldutto, è il campo di guerra.
Ma non c'è battaglia, non c'è condizioni, "terrone", ti adegui oppure accadrà che la repressione di tutti i padroni con l'arma del voto ti escluderà
Così a quindici anni ti han tolto anche il cielo e in cambio ti han dato un vuoto di niente, e l'ultimo gioco che ti han lasciato è un pezzo di corda: ti sei impiccato.
Per fare chiarezze diciamo: è un delitto, un altro delitto della repressione, che usa la legge, il fucile, la scuola per farci più servi del nostro padrone
[...]Ballata per Ciriaco Saldutto, la canzone d’apertura della seconda facciata del disco, si riferisce ad un quindicenne meridionale, immigrato dalle Puglie a Torino, città che lo isola e lo annienta, fino ad indurlo ad impiccarsi, con il "delitto della repressione". Crepa!, nella sua incandescente dolcezza, torna a ribadire uno dei punti basilari in Della Mea: la necessità di essere "bambino" per poter "credere", "sperare" e "volere un mondo nuovo" [Teresio Zaninetti, da Rabbia e poesia in Ivan Della Mea.
Ciriaco Saldutto visse e morì in Via Sobrero, nel quartiere di San Donato a Torino. Se ne ha notizia in questo articolo di it.wikipedia dove pure è nominata la canzone di Ivan della Mea. Come ci informa opportunamente Vito Vita, il fatto avvenne nel giugno del 1972 e fu ricostruito anche in un reportage della RAI.
Nel 1956 si iscrive al Partito Comunista Italiano. Prima di occuparsi di musica svolge vari lavori, operaio in una fabbrica elettromeccanica, barista, scaricatore, fattorino con bicicletta di una drogheria milanese, fattorino senza bicicletta al Calendario del Popolo di Giulio Trevisani, rivista mensile nella quale diventerà prima correttore di bozze poi redattore, redattore al giornale Stasera, revisore di collane periodiche della Mondadori (Gialli, Urania, Segretissimo) per le quali ha scritto alcuni racconti. Comincia a scrivere canzoni nel 1957; nel 1962 l'incontro con Gianni Bosio segna un momento importante nella sua vita di militante e di cantante.
All'1:30 del 14 giugno2009 è morto inaspettatamente all'Ospedale San Paolo di Milano dove era stato ricoverato d'urgenza dopo un malore seguito a un lungo periodo di cattiva salute.
Attività musicale
Insieme a Bosio, Ivan Della Mea è uno dei fondatori del Nuovo Canzoniere Italiano, con cui farà un'intensa attività di spettacoli, dischi, ma anche di ricerca. Le sue prime incisioni fanno parte del disco Canti e inni socialisti, prodotto nel 1962 per il 70° anniversario della fondazione del Partito Socialista Italiano, mentre per la neonata etichetta musicale I dischi del sole pubblica il suo primo LP, Ballate della piccola e della grande violenza.
La sua produzione discografica si articola in alcuni di 45 giri come "O cara moglie" e in diversi 17 cm 33 giri come Ballate della grande e della piccola violenza del 1962 e, a seguire,La mia vita ormai e Ho letto sul giornale. Il primo LP Io so che un giorno del 1966; a seguire Il rosso è diventato giallo del 1969, Se qualcuno ti fa morto1972, La balorda1972 (successivamente ripresentata da Felice Andreasi ed alcuni anni dopo da Monica Vitti) con la celebre Ballata per Ciriaco Saldutto, dedicata allo studente torinese vissuto in borgo San Donato e morto suicida dopo essere stato bocciato; Ringhera dedicata alla strage in Piazza della Loggia a Brescia 1974; Fiaba grande del 1975, La piccola ragione di allegria del 1978, Sudadio-Giudabestia I e II del 1979- 1980; Karlett1984; Ho male all'orologio CD per "il manifesto" 1997 e La Cantagranda - forse walzer2000. Le sue tappe artistiche non sono solo rappresentate solo dai dischi a suo nome, ma anche e soprattutto dalla sua presenza attiva agli spettacoli organizzati dal Nuovo Canzoniere Italiano: in particolare egli partecipa nel 1963 ad uno spettacolo di canzoni padane con Fausto Amodei, Giovanna Daffini, Sandra Mantovani, Michele Luciano Straniero e Rudi Assuntino; nel 1964 a L’altra Italia e a Pietà l'è morta (la resistenza nelle canzoni); dal 24 aprile al 2 giugno1965 prende parte alle trentacinque repliche di Bella ciao, nel 1966 a Ci ragiono e canto; nel 1967 partecipa con Giovanna Marini all’Encuentro Internacional de la Cancion comprometida sul canto di protesta tenutosi a Cuba. Il 2 dicembre1967 lascia il Nuovo Canzoniere Italiano (per dissenso politico-culturale con Gianni Bosio. Nel 1969 scrive insieme a Franco Solinas il soggetto dello Spaghetti-westernTepepa con protagonista Tomas Milian e la partecipazione di Orson Welles. Nel giugno 1971 dopo un chiarimento con Bosio rientra nel Nuovo Canzoniere Italiano.
Dall'aprile 1985 all'aprile 1997 è presidente del Circolo ArciCorvetto di Milano; e 20 maggio 1996 succede allo scomparso Franco Coggiola nella direzione dell'Istituto Ernesto De Martino, con sede a Sesto Fiorentino. Nel 1997 realizza per il manifesto il CD Ho male all'orologio; nel 2000, sempre per "il manifesto" incide il CD La cantagranda (forse walzer), nel quale spicca un ostico e suggestivo brano come Il capitano. Le ultime canzoni di Ivan Della Mea si fanno notare anche per il composito e spesso insolito e del tutto particolare impasto linguistico nel quale il milanese continua a recitare una parte privilegiata (come nel pezzo Sciàmbola, eseguito da Claudio Cormio).
Attività letteraria e giornalistica
Suoi i seguenti libri: "Fiaba d'orso, di bagatto di un giorno centenario" [romanzo, Bertani Ed.-Circolo del Pestival, collana I Senzastoria, 1984]; "Il sasso dentro" [Interno Giallo editore, 1990]; "L'Ambrosiana" [poesie, Pacini editore, collana I vagabondi, 1992]; "Se nasco un'altra volta ci rinuncio" [primo Premio Forte dei Marmi 'per il libro più divertente dell'anno'; Interno Giallo editore, 1992]; "Un amore di luna" [racconti, Granata press, 1994]; "Sveglia sul buio" [romanzo, Granata press 1995]; "La cantagranda [poesie, Bandecchi&Vivaldi-Il Grandevetro editori, 1998]; "Prima di dire" [poesie, Jaca Book-il Grandevetro editori, 2004]; "Accadde a Tuscamelot" [Jaca Book-il Grandevetro 2006].
Giornalista pubblicista intestatario di rubriche fisse su l'Unità e su Liberazione, collaboratore di questi due giornali ha scritto soprattutto per "il manifesto"
Ivan Della Mea era fratello minore del giornalista e attivista politico Luciano Della Mea (1924-2003).
È stato direttore responsabile della rivista di immagini, politica e cultura Il Grandevetro.