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Vincenzina davanti alla fabbrica,
Vincenzina il foulard non si mette più.
Una faccia davanti al cancello che si apre già.
Vincenzina hai guardato la fabbrica,
come se non c'è altro che fabbrica
e hai sentito anche odor di pulito
e la fatica è dentro là...
Zero a zero anche ieri 'sto Milan qui,
'sto Rivera che ormai non mi segna più,
che tristezza, il padrone non c'ha neanche 'sti problemi qui.
Vincenzina davanti alla fabbrica,
Vincenzina vuol bene alla fabbrica,
e non sa che la vita giù in fabbrica
non c'è, se c'è, com'è ?
VAI AL SITO DI ENZO JANNACCI
Il caseggiato anonimo e popolare di Sesto San Giovanni, il quartiere e le strade di Lambrate, le fabbriche, come la ex Innocenti, gli operai e la fatica di tutti i giorni. Le lotte sindacali. Le proteste, i cortei e gli scontri in piazza.
La nebbia che intristisce le giornate.
Romanzo popolare, film che Mario Monicelli (scritto con Age e Scarpelli) ha firmato nel 1974 con un cast che è una garanzia: Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Michele Placido. La storia di Giulio Basletti, metalmeccanico milanese e attivista del sindacato. La passione per Vincenzina, ragazza del Sud molto più giovane di lui, che ha lasciato il paese per trovare lavoro. Il matrimonio, la felicità, poi un figlio e la fine traumatica della storia d' amore, quando Giulio scoprirà il tradimento di lei con Giovanni, poliziotto anche lui arrivato dal Sud per cercare un futuro e che il Basletti ha conosciuto durante una manifestazione di piazza. Il film è stato uno dei maggiori successi nella stagione 1974-75 con un incasso che ha superato il miliardo e mezzo di lire. Il ritratto d' autore di anni che hanno cambiato il costume, le abitudini e il Paese: il rapporto tra uomo e donna, il confronto e le incomprensioni tra Nord e Sud. L' ironia e la malinconia che si confondono e amalgamano nel melodramma. «Vincenzina vuol bene alla fabbrica, e non sa che la vita giù in fabbrica non c' è, se c' è com' è?», si domandava Enzo Jannacci, autore della colonna sonora. Indimenticabile anche il linguaggio dei personaggi: lo spiccato accento lombardo di Tognazzi (i dialoghi furono scritti con Beppe Viola, che compare nei panni della maschera del cinema), le ingenuità di Vincenzina e le inflessioni dialettali di Placido. Vincenzina vivrà da sola e lavorerà per tirare grande il figlio. Incontrerà ancora Giulio ormai in pensione. Forse ci sarà una riconciliazione. Magari ci sarà un futuro. «Zero a zero anche ieri ' sto Milan qui, sto Rivera che ormai non mi segna più, che tristezza, il padrone non c' ha neanche ' sti problemi qua...». Vincenzina, la fabbrica, il Basletti e gli altri. Un po' di Milano, ormai in formato nostalgia o dvd. ftettamanti@rcs.it