L’antonelliana “Fetta di Polenta” diventa la nuova sede espositiva della Galleria Franco Noero e inaugura con una mostra che porta a Torino un’ambiziosa storia indiana.
Intorno alla metà dell’Ottocento, l’architetto Alessandro Antonelli realizzava a Torino uno dei suoi progetti più ambiziosi: un edificio a pianta trapezoidale lungo 16 metri, largo poco più di 4 da un lato e solo 57 cm dall’altro, sviluppato su 7 piani più 2 interrati.
Oggi l’edificio – considerato da sempre un atto d’incoscienza su solide basi progettuali –, meglio conosciuto come la “Fetta di Polenta” di via Giulia di Barolo angolo corso San Maurizio, diventa il nuovo spazio della Galleria Franco Noero. Non un semplice spazio espositivo ma una struttura con la quale gli artisti della galleria sono invitati a confrontarsi e a realizzare oltre ai progetti espositivi, un’opera – decorativa, strutturale o supplente di funzioni domestiche – che diventerà patrimonio della casa.
Il primo ad affrontare l’architettura antonelliana è Simon Starling – vincitore del Turner Prize nel 2005, non a caso un artista che definisce il proprio lavoro come “la manifestazione fisica di un processo cognitivo” – con la mostra “Three Birds, Seven Stories, Interpolations and Bifurcations”. Dal 3 aprile al 28 giugno.
Se uno degli aspetti fondamentali del lavoro di Starling è l’emergere di storie e relazioni nascoste, anche qui, al centro dell’intervento dell’artista c’è una relazione: quella tra l’audace “Fetta di Polenta” e l’insolito esempio di architettura razionalista in India del palazzo di Manik Bagh (Giardino di Pietre Preziose), residenza indiana commissionata nel 1929 all’architetto tedesco Eckart Muthesius dal Maharajah di Indore, del quale Starling ha scoperto a Torino una coppia di ritratti – suo e della moglie – in abiti nuziali. “Three Birds, Seven Stories, Interpolations and Bifurcations” si sviluppa in un trasferimento di idee e forme – da un edificio all’altro, da un materiale a un altro, in un segno che attraversa verticalmente i sette piani della casa – che portano la storia dell’ambizioso progetto indiano all’interno di quello torinese, in una circolarità di riflessioni su avvenimenti allo stesso tempo reali e immaginari.
Orari: giovedì e sabato 14 – 19, solo su prenotazione Per facilitare l’accesso ai piani dell’edificio, l’ingresso è consentito a gruppi limitati di non oltre 10 persone info 011.882208 e www.franconoero.com prenotazioni info@franconoero.com