La storia della scrittura in viaggio, dai primi attrezzi per incidere tavole e papiri, fino ai modelli più elaborati di stilografica, passando per l’invenzione del pennino metallico, del serbatoio d’inchiostro e della cartuccia. Ce la raccontano gli oltre cento pezzi esposti a Palazzo Bricherasio (via Lagrange 20) in occasione della mostra intitolata Penna, inchiostro e calamaio. L’esposizione si snoda attraverso le sale storiche del palazzo e pur non tralasciando la storia dell’industria estera di prodotti per la scrittura, dedica ampio spazio alle eccellenze italiane del settore. Chi troverà curioso il modello “Etiopia”, studiato appositamente per i soldati impegnati nella campagna di colonizzazione, e chi non potrà fare a meno di sorridere, forse anche un po’ emozionarsi, di fronte all’Auretta, la penna che ha insegnato a scrivere ad almeno un paio di generazioni di scolari tra gli anni ’60 e ’70 (“Auretta + scrittura facile = promozione sicura” era il mitico slogan). Un’interessante sezione è dedicata alla “scrittura della natura”: in esposizione pietre arenarie, granitiche e calcaree sulle quali i processi millenari di aggregazione e sedimentazione hanno creato straordinarie testimonianze della potenza del segno. L’intero progetto è curato da Daniela Magnetti, Riccardo Mazza e naturalmente dalla Fondazione Palazzo Bricherasio.
La mostra è aperta dal lunedì alla domenica (biglietto intero 2 euro, ridotto 1 euro) con il seguente orario: lunedì 14.30 – 19.30 / da martedì a domenica 9.30 – 19.30 / giovedì e sabato 9.30 – 22.30.