L'inizio
1874:nel pieno dell'età vittoriana e della seconda rivoluzione industriale,in Inghilterra il conservatore Benjamin Disraeli è nominato Primo Ministro per la seconda volta. Il petrolio e l'elettricità stanno per essere scoperti e diffusi su ampia scala,viene incrementato lo sviluppo della tecnologia,si fa un gran parlare di capitalismo e colonie,si apre al mondo uno Stato che diviene in Occidente il simbolo dell'esotismo: il Giappone. A Birmingham,cittadina che deve la sua prosperità all'industria fondiaria e al Jewellery Quarter,sede della più alta concentrazione in Europa di gioiellerie,quattro ragazzi,giocatori di cricket,decidono di trovare un passatempo che li tenga impiegati fisicamente: si chiamano Frederick Matthews,William Scattergood,John Hughes e Walter Price,ed ancora non possono immaginare quello che la storia avrebbe riservato ad un piccolo club che allora si decise di chiamare Aston Villa. Come prima sfida ufficiale,i quattro ragazzi non rimediano neanche un'altra squadra di calcio,ma il Saint Mary's,compagine di rugby;il match si gioca per il primo tempo a rugby,per il secondo a calcio. Quelli che saranno conosciuti come The Villans la spuntano per 2 - 1,complice un gol di Hughes. Il primo acuto della storia dei claret&blue (così chiamati per i colori della maglia) si registra sei anni più tardi,nel 1880: ad entrare in bacheca è la Birmingham Senior Cup,poca cosa,se si considera che non si tratta neanche di un torneo ufficiale. Nonostante questo,è un altro il vantaggio della vittoria: la coppa garantisce l'accesso alla FA Cup,la competizione più importante d'Inghilterra. L'Aston Villa entra quindi nel calcio dei grandi,e non ci vuole molto prima che arrivino le vittorie che contano,come quella appunto della FA Cup,conquistata nel 1887 ai danni dei campioni in carica del West Bromwich Albion,con in panchina quel George Ramsay,giocatore dal momento della fondazione al 1882,allenatore dal 1884 al 1926,che diventerà una leggenda per tutti i suoi tifosi.
Accanto all'allenatore,si distingue la figura energica del dirigente Will McGregor,uno scozzese che,stufo di poter vedere il suo Villa solo in determinate competizioni e con poca possibilità di affluenza di pubblico,scrive alle altre squadre della lega per chiedere di formare un campionato in cui ci fosse la possibilità di giocare tutti contro tutti in base ad un calendario prestabilito: nasce così la Football League First Division,il primo campionato nazionale,composto da dodici squadre. Il team di Ramsay e McGregor fa da subito un'ottima impressione,e a fine stagione i villans si classificano al secondo posto. Davanti,una squadra attualmente in Championship,il North Preston End. Sarà la prima squadra della storia,nel lontanissmo 1898,a centrare il double.
Il Villa's golden era e le due guerre
Gli anni novanta del XIX secolo per l'Aston Villa sono trionfali:arrivano così cinque titoli in sette stagioni,segno evidente dello strapotere dei ragazzi di Birmingham,fra cui l'ultimo nel 1900,conditi da altre due vittorie della FA Cup,nel 1895 e nel 1897,anno in cui viene rilevato,come campo da gioco,il mitico Villa Park (all'epoca Aston Lower Grounds). La squadra inizia così il nuovo secolo come campione uscente,ma il periodo di dominio dei villans sembra affievolirsi,sebbene i primi due campionati terminino in maniera molto dignitosa,con un quarto ed un secondo posto. A rafforzare la squadra,è l'arrivo nel 1904 di Harry Hampton,che con le sue 242 reti conmplessive rimane il secondo miglior marcatore della storia del club (a sole due lunghezze da Billy Walker). La punta di Wellington trascina subito i suoi alla conquista della FA Cup,la quarta della storia,nel 1905,in un match contro il Newcastle con quasi centomila spettatori. Per festeggiare nuovamente uno scudetto,i tifosi dovranno attendere il 1910,anno in cui l'Aston Villa si impone sul Manchester United rivale diretto per la vittoria,che tuttavia avrà modo di rifarsi subito,l'anno sucessivo,quando una sconfitta dei villans all'ultima giornata contro il Liverpool consegnerà il titolo proprio ai red devils. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale,nel 1914,i claret&blue sono la squadra più titolata di Inghilterra,in virtù dei cinque campionati e delle sei FA Cup che figurano nella loro bacheca (l'ultima è del 1913): questo periodo sarà ricordato da tutti i suoi fans come il Villa's golden era,un'età dell'oro che sarà sempre difficile eguagliare.
Dopo l'orrore della Grande Guerra,le manifestazioni sportive riprendono il loro corso nel 1919. L'Aston Villa si conferma squadra del momento,centrando immediatamente la sesta FA Cup. Tutto sembra essere rimasto immutato,con i villans a farla da padrone: eppure,dopo un'altra finale nel 1923,questa volta persa contro il Newcastle nella rivincita del match del 1910,nelle stagioni successive la squadra crolla nelle parti basse della classifica,nonostante nel 1931 la coppia d'attacco Houghton - Waring metta a segno la bellezza di 79 gol complessivi. Sono gli stessi attaccanti a portare un illusorio secondo posto,nel 1933. Illusorio perchè due anni più tardi,nel corso della stagione 1935 - 1936,accade l'imprevedibile:l'Aston Villa retrocede in seconda divisione. Il limbo della seconda serie è insostenibile per una società prestigiosa come quella di Birmingham,che moltiplica al massimo i suoi sforzi per tornare grande,e nel minor tempo possibile. Viene ingaggiato come allenatore (prima era il segretario a svolgere questo compito) Jimmy Hogan,che nel giro di due anni ritorna a far respirare alla città l'aria del calcio che conta. E' il 1938: le trincee lasciano il posto a campi di concentramento e leggi razziali. Bisogna combattere un nemico più grande delle squadre avversarie. Il Villa,dunque,quando la Seconda Guerra Mondiale ha inizio e il campionato si interrompe per la seconda volta in ventiquattro anni,figura nell'albo del calcio inglese come neopromossa.
A metà classifica
Il ritorno ai campi da gioco per i villans,come per tutte le squadre del resto,è decisamente difficile,per le gravi perdite subite durante il conflitto. La gestione del team viene affidata nuovamente ad un ex calciatore,Alex Massie,che traghetta il Villa fino ai primi anni cinquanta,scommettendo su giocatori giovani e sulle plusvalenze a cui questi permettevano di arrivare. Ma il periodo d'oro del Villa Park gremito ogni domenica di trentamila spettatori è oramai definitivamente al tramonto,e la squadra inizia ad abituarsi a campionati anonimi,conclusi quasi sempre a metà classifica. La stagione migliore è quela del 1951 - 1952,quando L'Aston Villa si ritrova seconda dopo le prime otto giornate,finendo poi sesta.
L'unica gioia di questo periodo di ricostruzione è la vittoria della settima ed utima FA Cup,ottenuta nel 1957 grazie al successo sul Manchester,una squadra formidabile che solo il destino travestito da disastro aereo avrebbe potuto stroncare,a Monaco di Baviera,a pochi mesi di distanza,sancendo la fine dei cosiddetti Busby babies. Unica gioia,dicevamo: si,perchè l'Aston Villa retrocede per la seconda volta nel corso del campionato 1958 - 1959. Gli anni sessanta,nonostante la risalita avvenga immediatamente e i villans siano ai nastri di partenza del campionato '60 - '61,sono forse il periodo più nero della storia del club,che ottiene come miglior piazzamento un settimo posto nel '62,per poi sprofondare in posizioni sempre più basse. La crisi si intensifica fino ad un'altra retrocessione,questa volta nel 1967,frutto sia del lavoro non eccellente del coach Dick Taylor,sia dell'inefficienza di una società che non aveva programmi di aggiornamento per gli allenamenti nè reti per i talent scout. Tutto questo sfocia nella messa in vendita del club,rilevata da Pat Matthews dopo un campionato cadetto concluso in sedicesima posizione: il nuovo proprietario assume Tom Docherty per la panchina,e riserva la presidenza a Doug Ellis. L'Aston Villa è pronto per tornare grande. Ma la realtà è diversa dalla teoria: nel campionato successivo,bisogna attendere dieci partite per assistere alla prima vittoria,ed a fine stagione,incredibilmente,previo l'esonero di Docherty e l'arrivo di Vic Crowe,la squadra si ritrova addirittura in terza divisione. Sembra la fine,per una delle squadre storiche del campionato inglese. Mentre i grattacapi societari continuano a tenere banco,l'Aston Villa si riporta in seconda divisione nel 1972,sfiorando un'ulteriore promozione l'anno seguente;promozione che arriva nel 1974,l'anno del centenario. Nel 1975,Doug Ellis si dimette dal suo ruolo di presidente,subito dopo la conquista della Coppa di Lega: se ne andava così il presidente che aveva preso la squadra in seconda serie e aveva vissuto l'inferno della terza,prima di tornare a far brillare il nome dei villans. Grazie alla vittoria in Coppa di Lega,l'Aston Villa ha la possibilità di giocare per la prima volta in coppa UEFA,ma l'esperienza si conclude presto,al primo turno: cinque gol dei belgi dell'Anversa rispediscono a casa una squadra ancora troppo inesperta a competizioni di grande calibro,nonostante già la presenza nell'importante competizione internazionale sia un segno del cambiamento dei tempi. E infatti,la stagione registra un quarto posto finale in campionato,quasi un miracolo per una squadra reduce da due promozioni,ed una nuova vittoria in coppa di lega,che porta nuovamente in UEFA la squadra di Birmingham,la quale si ferma contro il Barcellona di Crujiff,questa volta ai quarti di finale. Contemporaneamente,vengono impiantate le basi per la squadra dei sogni,quella composta da giocatori come Evans,Shaw,Bremner e Cowans. Il grande Aston Villa,la squadra capace di far tremare qualunque avversario,stava finalmente tornando.
Lo scudetto e la Coppa Campioni
A distanza di settantuno anni dall'ultima vittoria,L'Aston Villa,nel 1981,festeggia il ritorno alla conquista del titolo nazionale. Non solo: grazie alla vittoria finale,la squadra ha la possibilità di giocare,per la prima volta,la Coppa dei Campioni,la competizione continentale più importante. La stagione che vede il debutto del Villa in Coppa Campioni è ambigua per il club,che mostra la sua duplice faccia:stenta molto in campionato,tanto da trovarsi a metà classifica a Natale e provocare le dimissione dell'allenatore Saunders,sostituito dal suo secondo Barton. Parallelamente,le cose in Europa si mettono bene,nonostante nessuno sarebbe arrivato a prevedere quello che sarebbe successo in seguito: viene eliminato sonoramente il malcapitato Reykjavik al primo turno,sommerso da sette reti,e la Dinamo Berlino,grazie ai gol fuori casa. Tutto ciò coincide con il momento peggiore in campionato per i villans,che si ritrovano al diciannovesimo posto. Le prospettive per la vittoria in Coppa si fanno più nitide dopo il successo ai quarti di finale contro la Dinamo Kiev,all'epoca il meglio che il calcio sovietico potesse offrire. Sulle ali dell'entusiamo,in semifinale viene liquidato anche l'Anderlecht. Si arriva così alla finale di Rotterdam: a contendersi il trofeo,di fronte a quarantamila persone,l'Aston Villa e il Bayern Monaco,dato come nettamente favorito. In aggiunta,i villans perdono il loro portiere,Jimmy Rimmer,dopo solo nove minuti. Tutto questo non può fermare la sete di vittoria e la rabbia degli inglesi,che grazie ad un gol di Withe a venticinque minuti dal termine si portano sul tetto d'Europa. I villans si ripagano così di anni di sofferenza e anonimato,riscattando il grande nome che sembrava perduto. I claret&blue bissano il loro successo europeo con un'altra grande vittoria: grazie al risultato di 2 - 1,viene battuto anche il Barcellona,quello stesso Barcellona che pochi anni prima li aveva estromessi dalla UEFA,nella partita valida per la conquista della Supercoppa Europea.
Gli anni successivi
Nonostante il bottino europeo,negli anni che seguono il Villa non riesce a ripetersi,ed anzi viene dichiarata indebitata per un milione e mezzo di sterline. Si aggiugono poi alcuni campionati opachi,come quello del 1986,che vede il Villa rischiare nuovamente la retrocessione,salvo poi retrocedere l'anno successivo. Si opta allora per Graham Taylor nel ruolo di manager: la massima divisione viene riconquistata al primo anno,grazie anche all'apporto di un giovane David Platt. La seconda stagione è più problematica,ma la squadra riesce a salvarsi,mentre nella terza addirittura conduce la classifica per un mese,prima di finire poi al secondo posto. Un ottimo risultato per Graham,che lascia il club perchè chiamato a dirigere la nazionale.
Al suo posto è nominato,per una sola stagione,Jozef Venglos,primo allenatore straniero nella storia del calcio inglese,ma lo slovacco non riesce a replicare le buone prestazioni del precedente manager: i villans,battuti in UEFA al secondo turno dall'Inter,si piazzano a due posti dalla zona retrocessione. Una stagione deludente,che conduce alla rescissione del contratto di Venglos,alla cessione al Bari di Platt e all'arrivo sulla panchina di Ron Atkinson,che guida il Villa al sesto posto in campionato.
La Premier League
Nell'estate 1993,l'Aston Villa è fra le squadre a presenziare al processo che porta alla formazione della Premier League al posto della vecchia Football League. Il primo campionato di Premier si rivela favorevole alla squadra guidata da Atkinson che,forte di una campagna acquisti di tutto rispetto,si piazza seconda alle spalle del Manchester United. La vecchia rivalità coi red devils si ripropone l'anno successivo,quando le due squadre si trovano di fronte per la finale di coppa di lega,vinta dai villans per 3 a 1,nonostante in campionato il club conclude in decima posizione. Complice un inizio difficile durante la stagione successiva,Ron Atkinson viene allontanato dalla dirigenza,che lo rimpiazza con Brian Little,arrivato dal Leichester. La gestione di Little dura quattro anni,dal '94 al '98,e rimpingua la bacheca dei trofei del Villa con la vittoria di un'altra coppa di lega,nel 1996,anno in cui la squadra arriva anche in semifinale di FA Cup,e sesta in campionato. La conclusione degli anni novanta vedono l'Aston Villa consolidare le sue posizioni in campionato ed affacciarsi sempre più spesso in ambito internazionale,grazie all'assidua frequentazione della coppa UEFA,sotto la guida di Gregory,che nonostante il buon lavoro svolto non avrà mai rapporti idilliaci con la società,fino ad arrivare alle dimissioni dell'allenatore nel 2002,sostituito dal ritorno di Taylor prima e da David O'Leary in seguito,che nella prima metà degli anni duemila non riescono a ripetere i buoni risultati del decennio precedente.
L'era Lerner
Durante l'ultimo quinquennio,il passaggio di proprietà ha consegnato il club nelle mani di Randy Lerner (già proprietario della squadra di football dei Cleveland Browns),che nell'estate del 2006 rilevò il 90% della società da Doug Ellis (rimasto socio di maggioranza nonostante le dimissioni da presidente nel 1975). La nuova proprietà si è dedicata notevolmente a rinforzare la rosa della squadra: e così sono arrivati s Birmingham vecchi lupi di mare come Emile Heskey o John Carew,accanto a giovani di prospettiva come Ashley Young (ed anche Michael Bradley) e giocatori di sicuro rendimento,Bent e Petrov solo per citare qualche nome,che hanno permesso il ritorno dei villans in Europa dopo sette anni,e addirittura la lotta per un posto in Champions,prospettiva sfiorata nel 2009,quando il club ingaggia un appassionante testa a testa con l'Arsenal per piazzarsi quarti,vinto dagli uomini di Wenger. Continua così ad essere scritta la storia di un club che è passata attraverso grandi vittorie e sonore batoste,dalla regina Vittoria ad Hiter,passando per la Guerra Fredda e l'odierna proprietà americana. Continua così una storia,che dura dal 1874.
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